giovedì 29 settembre 2011

Recensione: Batman #1 (The New 52)

Circa un anno fa venne dato l'annuncio che il disegnatore Greg Capullo sarebbe passato a DC Comics per lavorare su qualche imprecisata testata di Batman.

Alcuni fans, avvezzi a discutere del sesso degli angeli, hanno preso la notizia con una certa agitazione perché - a loro dire - lo stile grafico per il quale Capullo è più noto, quello cartonistico e gommoso che ha adottato nelle testate di Spawn, sembrava inadatto alla atmosfere dark di un mostro sacro intoccabile come Batman.

Adoro Greg Capullo fin dai tempi in cui disegnava lo splendido Quasar in Marvel Comics. Lo reputo uno dei disegnatori più sottostimati del fumetto Usa. La gommosità delle figure che Capullo ha spesso esibito in Spawn, per altro efficacissima, è in realtà solo un tentativo di conformarsi alla grafica del creatore di Spawn, Todd McFarlane, e non necessariamente l'unico stile di cui è capace.

Se proprio ci si deve lanciare in una operazione sterile come quella di incasellare staticamente Capullo in uno stile, non si può non notare che nelle sue figure umane, costruite sulla base di grandi blocchi geometrici assemblati in modo armonioso e rotondeggiante, c'è molta somiglianza con John Romita Jr.

Questo vuoto paragone giusto per dire come avevo già trovato sciocca a priopri l'idea che il tratto di Capullo non fosse adatto a Batman #1. E adesso il lavoro su Batman prende il via e Greg Capullo dimostra di sapere usare sul personaggio un tratto cartonistico e, assieme, cazzuto (non mi viene un termine migliore) di altissimo livello.

Nella narrazione di questo Batman#1 entrerete in un attimo, e non ne uscirete fin quando non sarete arrivati all'ultima pagina. Merito anche dello sceneggiatore Scott Snyder che riesce a condensare fittamente in 24 pagine una miriade di avvvenimenti, dialoghi e situazioni che - al confronto - molti albi di esordio dell'operazione The New 52 sembrano solo delle pigre anteprime delle trame a venire (o delle prese di fondelli verso i lettori).

Dick Grayson, Bruce Wayne, Damian Wayne e Tim Drake:
Batman e tutti i suoi Robin (eccetto il defunto Jason Todd)
In apertura d'albo, per esempio, Snyder si inventa una trovata narrativa geniale che viene utilizzata nelle didascalie delle prime sette pagine, mentre le vignette mostrano tanta azione, presentano l'ambientazione immersa in Gotham City, presentano il pipistrello e tutti i suoi nemici (Joker compreso) e introducono un piccolo elemento di sorpresa nell'interazione fra Batman e Joker. Elemento a prima vista sconcertante ma che viene spiegato nelle pagine successive.

E così via nel seguito, nel quale con altre scene studiate ad hoc e caratterizzate dalla piena e perfetta integrazione fra testo e immagini (Capullo non è solo un ottimo disegnatore, ma uno storyteller nato) vengono presentati il Bat-Universo, la Bat-Caverna, la Bat-Famiglia (Dick Grayson, Tim Drake, Damian Wayne, Alfred Pennyworth), il rapporto fra Batman e James Gordon, la dicotomia Batman/Wayne, il ruolo che Batman ha nella sua città e quello che ha invece Bruce Wayne... eccetera, eccetera.

Manca una trama criminale? Macché, viene impostata pure quella. Manca la presentazione di comprimari minori? Neanche: Vicki Vale e Harvey Bullock fanno le loro apparizioni nell'albo. Manca un cliffhang finale? Scordatevelo: non ci facciamo mancare nulla e c'è anche quello, e si tratta di un cliffhang veramente potente.

Sono restato sul vago perché non vi voglio rovinare nulla. Batman#1 è un albo d'esordio dalla parte grafica cool, dal ritmo quasi perfetto e dalla struttura narrativa più che ideale per imbarcare sia nuovi che vecchi lettori.

Leggete quest'albo e vi dimenticherete in un attimo del pur ottimo Detective Comics #1 (che ho recensito qui) o del discreto Batman and Robin #1 (recensito qui).

Excelsior!
Ah, no scusate. Questo lo diceva quell'altro tipo, di là.

DC Comics Reboot: The New 52 - tutte le recensioni

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